Cosa aspettarsi da una riforma europea sul copyright online?
Riforma del copyright Europeo al parlamento
La scorsa settimana è stata approvata la proposta di riforma della legge europea sul copyright (copyright Ue).
I temi della riforma sul copyright europeo sono strettamente digitali: la proposta, infatti, arriva direttamente dalle testate giornalistiche per contrastare gli aggregatori di notizie ed i social media.
Stando alle posizioni dei quotidiani e delle riviste, infatti, questi utilizzerebbero i contenuti a proprio favore senza averne diritto, senza retribuire adeguatamente gli editori.
L’accusa è sostanzialmente quella di mostrare troppe informazioni nei titoli e negli snippet (le brevi descrizioni) delle notizie.
Questi danno all’utente già una panoramica di quel che si trova all’interno dell’articolo, spingendolo a non accedere al sito del quotidiano.
In questo modo i social e gli aggregatori -in particolar modo Google News riescono a mantenere gli utenti sulle proprie pagine, esponendolo alla pubblicità di queste ultime e non a quella delle pagine delle testate.
Inoltre, generando una mancanza di interesse, questa pratica ridurrebbe notevolmente il numero di persone che decidono di stipulare abbonamenti online ai quotidiani. Sono proprio questi ultimi ad aver chiesto una riforma.
Cosa prevede la proposta di riforma UE
La riforma sul copyright europeo fino a questo momento non è ancora una legge, per cui possiamo soltanto parlare di proposta di riforma.
Questa verrà poi discussa con le parti interessate e da ultimo fatta recepire ai diversi Stati Membri dell’UE, ma il testo è già molto dettagliato.
In buona sostanza con la riforma sul copyright europeo , si chiede ai social e ai motori di ricerca di retribuire in modo “consono ed equo” chi crea i contenuti grazie ai quali queste piattaforme sopravvivono.
Riforma europea sul copyright SPAGNA
Già in Spagna fu adottata una riforma del genere ( riforma europea sul copyright europeo ), sebbene questa riguardasse esclusivamente le testate registrate.
In quel caso gli aggregatori risposero semplicemente con la chiusura, pressoché immediata, delle loro piattaforme.
Questo è il motivo per cui in Spagna non è più attivo Google News.
In ogni caso sono due i principi fondamentali della riforma sul copyright europeo che interessano chi si occupa di SEO e di web marketing più in generale:
- In primo luogo, i contenuti di terzi si potranno utilizzare sul web soltanto con previo accordo commerciale. Ci dovrà essere un contratto che stabilisca una remunerazione congrua dell’editore, ma i termini più precisi potranno essere stabiliti soltanto dopo un confronto con le singole commissioni nazionali;
- Tutte le piattaforme dovranno dotarsi di un sistema analogo a quello di Youtube per il riconoscimento dei contenuti plagiati o utilizzati impropriamente senza i necessari accordi economici. Questo rischia, tuttavia, di costare troppo alle piattaforme minori che rischiano la chiusura;
SubsHeroes chiude
Una delle prime community nate in Italia sul web ha deciso di prevenire, dopo il consulto legale ricevuto in questi giorni, qualsiasi effetto della riforma sul copyright europeo.
Così chiude Subs Heroes, un’istituzione del web italiano così importante da essere stata posta sotto i riflettori di un documentario uscito proprio all’inizio dell’anno.
La decisione fa riflettere, perché Italian Subs era proprio uno dei simboli del web libero.
Gli utenti, non pagati, si ritrovavano sul sito per sottotitolare le serie ed i film che preferivano; non è mai stato diffuso contenuto video -questo già protetto da copyright- e non è mai stato prodotto un solo euro di utile dai suoi amministratori.
Il sito, infatti, si è sempre mantenuto esclusivamente tramite le donazioni dei suoi fans, reinvestendo qualsiasi cifra che eccedesse le spese nell’espansione del progetto.
Senza nuocere a nessuno, hanno anzi giovato ai produttori permettendo a materiale mai diffuso in italiano di essere compreso da chiunque.
Si spera che quello di Subs Heroes sia un caso isolato, ma dopo l’annuncio sono già in molti ad aver messo in moto la macchina delle consulenze legali.
Intanto, però, l’opposizione dei governi centrali di diverse nazioni lascia pensare che i negoziati porteranno ad una riforma bilanciata che non punti a punire chi lavora nel digitale in modo serio ed onesto.
Chi rischia di più
A rischiare grosso sono soprattutto i piccoli siti editoriali che vivono del traffico generato tramite Google News.
Se da Mountain View dovesse arrivare la stessa risposta che fu data con il caso spagnolo, il celebre aggregatore potrebbe chiudere i battenti anche nel resto degli Stati membri.
Le grandi testate italiane invece sono convinte che questo gioverebbe alle proprie finanze: sono state infatti tra le grandi promotrici di questa proposta di riforma del copyright Europeo.
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Tecnicamente anche i nuovi snippet dei motori di ricerca con domande e risposte, insieme ai risultati zero , sono sotto la lente d’ingrandimento.
Se presi da altri siti web, senza riconoscere ad essi un adeguato compenso, non saranno più compatibili con la riforma in atto.
Per il momento, dunque, non resta altro che attendere i negoziati Riforma del copyright Europeo avranno luogo nei prossimi mesi e le dichiarazioni .
Facebook, Google e tutti gli altri attori del sistema faranno su quanto avvenuto durante la seduta del Parlamento Europeo.
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